Cosa sono gli ETF Attivi? Innovazione e Opportunità nei Mercati Finanziari?

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Negli ultimi anni, gli ETF (Exchange Traded Funds) hanno rivoluzionato il mondo degli investimenti, offrendo agli investitori strumenti efficienti e a basso costo per accedere ai mercati globali. Tuttavia, mentre la maggior parte degli ETF tradizionali segue una gestione passiva replicando un indice, una nuova generazione di fondi ha iniziato a guadagnare popolarità: gli ETF attivi.
Questi strumenti combinano la flessibilità e la trasparenza degli ETF con un approccio di gestione attiva, in cui i gestori professionisti selezionano titoli con l’obiettivo di superare il mercato o di ottenere risultati più mirati rispetto a un semplice benchmark. In questo articolo, analizzeremo come funzionano gli ETF attivi, quali sono i loro vantaggi e rischi, e se possono rappresentare un’opportunità interessante per gli investitori di oggi.

Cos’è un ETF Attivo?

Come già detto in apertura, negli ultimi anni, gli ETF (Exchange Traded Funds) hanno guadagnato una popolarità sempre maggiore tra gli investitori, spesso associati all’idea di strumenti passivi progettati per replicare fedelmente la performance di un indice di riferimento. Tuttavia, è importante chiarire fin da subito che ETF non è necessariamente sinonimo di “passivo”. Sebbene gli ETF a gestione passiva siano decisamente più diffusi, oggi esistono anche ETF attivi, una categoria in crescita che offre un approccio più dinamico agli investimenti.
Gli ETF attivi combinano i vantaggi tipici degli ETF tradizionali – come la negoziazione in borsa, la trasparenza e la liquidità – con l’expertise di un team di gestione professionale. Questi strumenti, infatti, vengono gestiti da portfolio manager, che selezionano e modificano strategicamente le partecipazioni del fondo in base a valutazioni di mercato, analisi fondamentali e opportunità di investimento. L’obiettivo di questi fondi non è solo seguire il mercato, ma cercare di sovraperformarlo o di ottenere risultati specifici, come una gestione più efficace della volatilità, la generazione di reddito periodico o l’accesso a nicchie di mercato difficili da replicare con un semplice indice. 


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Questa combinazione tra gestione attiva e struttura di ETF offre un’alternativa interessante per gli investitori che desiderano un controllo più attento sui propri investimenti senza rinunciare alla flessibilità e all’efficienza tipiche degli ETF tradizionali. Tuttavia, come ogni strategia di investimento, anche gli ETF attivi presentano vantaggi e rischi da considerare attentamente prima di inserirli in un portafoglio.

ETF Attivi o fondi comuni d’investimento?

Gli ETF attivi rappresentano una valida alternativa, una sorta di “terza via” tra gli ETF passivi tradizionali e i fondi comuni di investimento a gestione attiva. Offrono il vantaggio di una gestione professionale e dinamica del portafoglio, tipica dei fondi comuni, ma con la trasparenza, la liquidità e l’efficienza operativa che caratterizzano gli ETF.
Una delle principali differenze tra questi strumenti riguarda la modalità di negoziazione. Gli ETF, siano essi passivi o attivi, vengono scambiati in borsa come le azioni, consentendo agli investitori di acquistarli e venderli in qualsiasi momento della giornata ai prezzi di mercato. Al contrario, i fondi comuni di investimento vengono acquistati o venduti direttamente dal gestore solo al valore di chiusura della giornata e spesso richiedono un importo minimo di investimento, limitando la flessibilità operativa.
Un altro aspetto distintivo è la trasparenza del portafoglio. Gli ETF attivi, come quelli passivi, tendono a pubblicare quotidianamente la composizione delle loro partecipazioni, offrendo agli investitori una chiara visione degli asset detenuti dal fondo. I fondi comuni di investimento, invece, comunicano generalmente la composizione del loro portafoglio con minor frequenza, solitamente su base trimestrale.
Infine, un fattore particolarmente vantaggioso degli ETF attivi riguarda i costi di gestione. A differenza dei fondi comuni, che spesso applicano commissioni elevate per la gestione attiva, gli ETF attivi mantengono costi generalmente molto più contenuti, simili a quelli degli ETF tradizionali. Questo permette agli investitori di accedere a una gestione attiva con un’efficienza dei costi significativamente superiore rispetto ai fondi comuni, rendendoli una scelta interessante per chi cerca una combinazione tra performance, trasparenza e convenienza.

Quali possono essere gli svantaggi degli ETF Attivi?

Gli ETF attivi, pur offrendo numerosi vantaggi, presentano anche alcuni svantaggi che gli investitori devono tenere in considerazione. Ecco i principali aspetti negativi legati a questo tipo di strumento finanziario:

  • Costi di gestione più elevati rispetto agli ETF passivi: anche se gli ETF attivi hanno costi inferiori rispetto ai fondi comuni di investimento a gestione attiva, le loro commissioni di gestione sono comunque superiori a quelle degli ETF passivi. I primi, infatti, richiedono l’intervento di gestori professionisti, che devono selezionare e modificare attivamente i titoli nel portafoglio, aumentando così i costi operativi.
  • Rischio di sottoperformance: non esiste alcuna garanzia che la gestione attiva riesca a generare rendimenti migliori rispetto agli ETF passivi che replicano l’andamento di un indice. In effetti, non sono molti i fondi attivi che riescono a battere gli ETF passivi nel lungo periodo.
  • Minor disponibilità e varietà: la gamma di ETF attivi disponibili sul mercato è più limitata e non sempre adatta a tutte le esigenze degli investitori.

Due esempi di ETF attivi famosi

Di seguito, menzioniamo due ETF attivi che sono diventati particolarmente noti nel panorama degli investimenti:

  • ARK Innovation UCITS ETF USD Accumulating.
  • JPMorgan US Equity Premium Income Active UCITS ETF USD (dist).

In entrambi i casi, si tratta di ETF UCITS (armonizzati), ossia che seguono le normative di quotazione stabilite dall’Unione Europea.
È importante sottolineare che stiamo parlando di strumenti azionari, caratterizzati da una volatilità significativa, e che pertanto potrebbero non essere adatti a tutti gli investitori, in particolare a quelli con un profilo di rischio conservativo o con orizzonti temporali brevi. Inoltre, desideriamo ribadire che quanto descritto non costituisce in alcun modo un consiglio di investimento. Ogni scelta di investimento è sotto la piena responsabilità del lettore, che dovrebbe sempre valutare attentamente i rischi, i propri obiettivi finanziari e, se necessario, consultare un professionista del settore prima di intraprendere qualsiasi azione.

ARK Innovation ETF (ARKK)

L’ARK Innovation ETF (ARKK) è uno dei più noti ETF attivi sul mercato, gestito da ARK Invest e guidato dalla celebre investitrice Cathie Wood. Il fondo è progettato per offrire esposizione ad aziende innovative che operano in settori ad alto potenziale di crescita, come l’intelligenza artificiale, la robotica, i veicoli elettrici, la genomica e la blockchain.

A differenza degli ETF passivi, che si limitano a replicare un indice, ARKK segue una strategia attiva: i gestori selezionano titoli che, secondo loro, potrebbero trasformare il futuro e offrire rendimenti superiori nel lungo termine. Tra le partecipazioni più frequenti troviamo aziende come Tesla, Roku e Coinbase, tutte accomunate da un forte orientamento all’innovazione.
L’ETF è caratterizzato da una volatilità elevata, poiché investe principalmente in titoli growth, spesso giovani e dal valore di mercato ancora in espansione. Tuttavia, per chi crede nel potenziale delle tecnologie emergenti e vuole un’esposizione concentrata su società all’avanguardia, ARKK rappresenta un’opzione interessante.

JPMorgan Equity Premium Income ETF (JEPI)

A differenza di ARKK, il JPMorgan Equity Premium Income ETF (JEPI) adotta un approccio molto più prudente, combinando la stabilità di azioni a bassa volatilità con strategie di opzioni per generare un flusso di reddito costante. Questo lo rende particolarmente attraente per gli investitori alla ricerca di rendimenti regolari, soprattutto in contesti di mercato incerti.
La strategia di JEPI si basa su una selezione attiva di titoli appartenenti all’indice S&P 500, privilegiando aziende con fondamentali solidi e una volatilità contenuta. A questa selezione, i gestori affiancano una strategia di vendita di opzioni covered call, che permette di incassare premi e distribuire dividendi elevati agli investitori.
L’ETF è ideale per chi desidera una combinazione di crescita moderata e flussi di reddito regolari, senza esporsi ai rischi tipici degli ETF growth come ARKK. Grazie alla gestione attiva di J.P. Morgan Asset Management, JEPI rappresenta una scelta solida per chi vuole bilanciare il proprio portafoglio con un investimento meno volatile ma comunque redditizio.

Conclusioni

In conclusione, gli ETF attivi rappresentano una scelta interessante per gli investitori che cercano una gestione professionale del portafoglio, pur mantenendo i vantaggi di liquidità e trasparenza tipici degli ETF tradizionali. Sebbene offrano il potenziale di sovraperformare il mercato attraverso strategie di selezione attiva, è fondamentale riconoscere che comportano anche degli svantaggi legati ai costi di gestione spesso superiori rispetto agli ETF passivi, alla possibilità di sottoperformance e all’affidamento delle performance alle capacità del gestore.
Gli ETF attivi sono particolarmente adatti per coloro che desiderano un’esposizione a mercati più specifici, settori in crescita o strategie avanzate, come la gestione della volatilità o il reddito da dividendi. Tuttavia, è essenziale fare una valutazione accurata prima di investire, considerando l’orizzonte temporale, la tolleranza al rischio e gli obiettivi finanziari personali.
Mentre gli ETF passivi continuano a essere la scelta preferita per molti investitori grazie alla loro semplicità e costi contenuti, gli ETF attivi stanno conquistando una nicchia sempre più ampia, soprattutto per coloro che sono disposti a scommettere sulla gestione professionale in grado di sfruttare le opportunità di mercato. Come con qualsiasi tipo di investimento, la chiave del successo risiede nella diversificazione, nella ricerca e nell’approccio ponderato alla scelta degli strumenti giusti.

Pietro Pisello

Consulente Finanziario, specializzato in pianificazione finanziaria e previdenza complementare. Ho una Laurea in Economia Aziendale e una Laurea Magistrale in Scienze dell’Economia. Da diversi anni opero nel settore del giornalismo web, occupandomi della redazione di articoli economici, finanziari e fiscali. La mia mission? Aiutare le persone a fare scelte di investimento consapevoli e informate.

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